TRILOGIA DELLA CITTÀ DI K
Titolo: Trilogia della città di K
Autore: Agota Kristof
Pagine: 379
Casa Editrice: Einaudi
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TRAMA
Una donna e due bambini trascinano valigie di cartone lungo le strade di una Piccola Città, diretti al casolare della mamma di lei, che è al limitare dell'abitato. Oltre a loro sull’asfalto e nel fango solo camion militari che passano rombando. Arrivano dalla Grande Città, K., che è bombardata giorno e notte e ormai sta per cadere in mano all’esercito nemico. O perlomeno all’altro esercito in guerra, visto che anche i soldati che occupano la nazione sono invasori. La Nonna non ha un buon rapporto con la Madre e all’inizio rifiuta di prendere con sé i gemelli, poi cede: la Madre li affida a lei e se ne va con la promessa di mandare presto soldi e viveri, sperando che il Padre – corrispondente di guerra – torni sano e salvo dal fronte. La vita in casa della Nonna è molto diversa da quella che i due bambini hanno fatto fino a quel momento: l’anziana – che la gente del luogo ha ribattezzato la Strega dopo la morte sospetta del marito avvenuta anni prima – non si lava mai, è dura e scorbutica, costringe i fratellini a lavori pesanti e non contenta li insulta e percuote spesso e volentieri. Lucas e Claus per imparare a resistere si addestrano da soli al dolore e all’umiliazione mediante strani riti autolesionistici, e diventano ogni giorno più freddi e insensibili, addirittura spietati, mentre con una Bibbia, un dizionario e quaderni e matite imparano da soli ciò che la scuola ora non può insegnar loro. I primi turbamenti sessuali li hanno con una ragazzina dal labbro leporino della quale molti già si approfittano che abita in una povera casupola poco lontano e con l’inquietante fantesca del curato, una donna adulta che con la scusa di lavarli e vezzeggiarli usa Lucas e Claus per il suo godimento. E intanto l'ombra terribile della guerra si fa sempre più vicina...
LEGGETELO SE
Per una volta mi tocca dirlo... leggetelo punto. Senza se e senza ma.
Questo è un libro che non può mancare nella vostra libreria. E' impossibile definirlo con un genere, e sono convinta che sia un libro che non può non piacere ad un lettore.
NON LEGGETELO SE
Non trovo davvero alcuna motivazione da darvi per non leggere questo libro.
Certamente è un libro duro, crudo, con diversi trigger warning (suicidio, pedofilia, autolesionismo, etc) quindi l'unica cosa che posso dirvi è che se siete particolarmente sensibili potrebbe essere un libro difficile da digerire.
COSA NE PENSO
Potrei scrivere un trattato (e sarebbe comunque difficile) su questo libro, ma cercherò di essere breve.
Il libro si compone di tre parti: la prima "il grande quaderno" è una vera e propria favola nera, la seconda "la prova" può essere definito romanzo di formazione, mentre l'ultima "La terza menzogna" è quasi un romanzo epistolare.
Bisogna dunque riconoscere la maestria con cui la scrittrice è riuscita ad amalgamare una storia che funziona perfettamente, utilizzando stili così diversi, e per l'appunto utilizzando le perfette tecniche letterarie necessarie per colpire nel segno.
Nel primo libro ci sono i due gemelli che, abbandonati dalla madre, vivono di escamotage per sopravvivere alla guerra, crescendo con una nonna che non ha nulla di familiare. Una favola nera, nel vero senso della parola, usata come pretesto per parlare della guerra, una guerra che potrebbe essere una qualunque, dal momento che il luogo in cui si svolge la storia non è mai ben specificato. Klaus e Lucas si fanno portavoci innocenti di tutte le atrocità della guerra e le riportano così come le vedono, senza filtri. Abbiamo sesso, violenza, pedofilia e abusi, descritti con l'innocenza tipica di due bambini che cercano di sopravvivere in un mondo dove tutto quello che hanno è l'uno per l'altro. Questo forse è il libro più crudo, grottesco e disturbante; ma lo è volutamente, e il messaggio è chiaro.
Nel secondo libro invece ci troviamo catapultati in un romanzo di formazione, in cui uno dei due fratelli sceglierà di restare lì, in quel paese ormai dilaniato, con la speranza di una vita migliore. Si apre la tematica dei rapporti familiari e della crescita. Il linguaggio è più morbido e tocca l'emotività del lettore.
Quando arriviamo al terzo libro invece, abbiamo la rivelazione. Ci rendiamo conto di non aver capito assolutamente nulla di quello che abbiamo letto. Con una narrazione concitata, in cui le voci narranti si mescolano senza limiti ben definiti, l'autrice ci rende consapevoli di una profonda verità: tutto quello che leggiamo, che sentiamo, che vediamo, dipende dalla voce che ce le ho descritto, narrato, raccontato o mostrato. Cosa voleva dirci quindi?
Io ci ho trovato una critica alle tempeste mediatiche, ci ho trovato un "attento, perchè quello che vedi e che senti, non l'hai vissuto in prima persona, e le storie cambiano in base a chi le racconta".
Detto ciò posso dire che questo è un libro che ho divorato, che ho letto con una voracità incredibile. Se dovessi stilare una classifica dei libri da leggere almeno una volta nella vita, questo sicuramente ne farebbe parte.
Lo stile è impeccabile, la trama è coinvolgente e gli incastri sono perfetti. Finito il libro sono rimasta per qualche ora a riflettere sui messaggi che l'autrice voleva portare, ed era veramente da molto che non mi succedeva.
Voi l'avete letto?
Fatemelo sapere qui o su instagram dove mi trovate come @unalibraiaincorsia



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